23 Nov Trialometani: che cosa sono e che effetti hanno sulla salute
I trialometani (THMs) sono composti nei quali tre dei quattro atomi di idrogeno della molecola di metano (CH4) sono sostituiti con atomi di uno o più alogeni. Sono considerati cancerogeni e altamente dannosi per l’atmosfera e l’ambiente.
I composti principali sono:
- Trifluorometano (CHF3)
- Clorodifluorometano (CHClF2)
- Triclorometano (CHCl3)
- Bromodiclorometano (CHBrCl2)
- Dibromoclorometano (CHBr2Cl)
- Tribromometano (CHBr3)
- Triiodometano (CHI3)
Trovano applicazione come solventi in chimica organica, data una marcata apolarità che li rende ideali per l’estrazione e la dissoluzione di sostanze organiche.
In industria, vengono poi utilizzati in qualità di liquidi refrigeranti, in quanto più reattivi rispetto ai clorofluorocarburi, e in grado di decomporsi prima di raggiungere l’ozonosfera, ed avere quindi un danno ambientale inferiore.
Vedi anche: Metalli pesanti: quali sono gli effetti sulla salute?
Trialometani nell’acqua
Nelle acque potabili destinate al consumo umano, i trialometani si formano in particolar modo quando si utilizza il metodo di disinfezione della clorazione, con quantità che variano a seconda della concentrazione di cloro, ioni di bromuro e acidi umidi organici, oltre che al pH e alla temperatura dell’acqua.
Il cloro, infatti, è ancora oggi la soluzione più diffusa per trattare l’acqua, e tale reazione avviene quando entra a contatto con la materia organica naturalmente presente nelle acque; e il maggior sottoprodotto di questo processo è il cloroformio (triclorometano), mentre con presenza di bromuri si avrà una minore concentrazione di CHCl3 e una maggiore quantità di bromo-trialometani.
A seguito del D.Lgs. 31/2001, le acque destinate al consumo umano vengono monitorate anche per rilevare la presenza dei trialometani, e in particolare cloroformio, bromoformio, dibromoclorometano e bromodiclorometano. Il limite imposto per la sommatoria di tali compositi è fissato a 30 µg/l.
Effetti sulla salute
Il cloroformio, il più comune dei trialometani, è stato identificato come possibile cancerogeno (Gruppo 2B) dallo IARC, e a seconda della dose può provocare danni al fegato più o meno gravi. Il bromoformio e il dibromoclorometano sono stati inseriti nel Gruppo 3, ovvero come cancerogeni rispettivamente per ratti (rari tumori del grosso intestino) e topi (tumori epatici), ma non per l’uomo. Il bromodiclorometano, malgrado la mancanza di evidenze scientifiche, è stato comunque inserito nel Gruppo 2B; ha effetti sulla riproduzione e aumenta i rischi di aborti spontanei e parti prematuri.
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