17 Nov Metalli pesanti: quali sono gli effetti sulla salute?
Uno degli inquinanti di cui spesso si parla in tema di contaminazione dell’acqua sono i metalli pesanti, un concetto su cui non tutti sono preparati.
È bene quindi iniziare a distinguere i metalli essenziali all’interno della nostra dieta, e quelli non essenziali, che rappresentano invece un pericolo quando assunti oltre il livello di tollerabilità. Il nostro organismo necessita di ferro, rame, zinco e magnesio, e riconosce invece come tossico l’arsenico, il cadmio, il mercurio e il piombo, per i quali esistono determinati livelli di tossicità e di tolleranza.
Avvelenamento da arsenico
Vedi anche: Tutti i valori di arsenico nelle acque minerali
L’arsenico è un inquinante particolarmente insidioso in quanto inodore e insapore, che vede come maggiore fonte di diffusione le fonderie e le centrali elettriche a carbone, le quali possono contaminare le acque sotterranee; la contaminazione da arsenico può però verificarsi anche da miniere e da agricoltura, e oltre che nell’acqua può essere presente nel suolo e nell’aria.
Viene assorbito, nella sua forma inorganica, prevalentemente da polmoni e apparato gastrointestinale, e può passare attraverso la placenta determinando un danno fetale.
Un’intossicazione acuta comporta a sintomi immediati come nausea, vomito, dolore addominale, bronchiti, laringiti e irritazioni cutanee; dopo un’ora l’organismo può manifestare danni all’apparato circolatorio, apparato gastroenterico, cute, fegato, reni, midollo rosso, sistema nervoso periferico e sistema nervoso centrale (da cui può manifestarsi il coma).
L’arsenico è cancerogeno, e in particolare è correlato, tra gli altri, al tumore alla pelle.
Avvelenamento da cadmio
Il cadmio è presente in natura prevalentemente come impurità di piombo e zinco, e rappresenta un fattore di pericolo per alcune professioni industriali e vicine a terreni vegetali, così come laddove si rischiano inalazioni di fumo; i livelli di cadmio possono essere elevati nell’acqua così come nell’aria.
Un’intossicazione acuta ha sintomi riconducibili a quelli influenzali, e quando non si hanno seri danni alle vie respiratorie possono risolversi in una settimana.
Una condizione cronica di avvelenamento da cadmio presenta invece complicanze quali tosse persistente, anemia e insufficienza renale, anosmia, osteoporosi e osteomalacia. Il cadmio è cancerogeno e vi sono evidenze di correlazione con il tumore alla prostata. È inoltre responsabile di debolezza articolare e fragilità ossea, e può portare a danni irreversibili a livello renale, tra cui la riduzione della capacità di filtrazione del 30%.
Avvelenamento da mercurio
Il mercurio viene utilizzato prevalentemente nella produzione di termometri e in alcuni tipi di batterie, oltre che nelle otturazioni dentali in amalgama, ora sempre più in disuso; è stato però dimostrata la sua presenza, data la contaminazione marina, anche in molti pesci.
Un’ingestione acuta di mercurio organico può portare a aritmie, gastroenteriti e danni cerebrali, mentre con il mercurio non organico gastroenteriti, dermatiti, sindrome nefrosica, ipertensione, tachicardia arteriosa e collasso cardiocircolatorio.
L’esposizione cronica comporta invece alterazioni motorie, coordinative e mnemoniche, oltre a insufficienza renale cronica, malattie cardiovascolari e leucodermia. Molto pericolosa è anche l’esposizione in gravidanza, la quale può comportare nel nascituro alterazioni dello sviluppo psicomotorio e ritardo mentale.
Avvelenamento da piombo (saturnismo)
Il piombo ha numerose possibilità di contaminazione dato il suo utilizzo in più processi industriali e non, e può inquinare il suolo e le falde acquifere.
L’intossicazione acuta è rara, ma in caso di esposizione massiva può sorgere la cosiddetta encefalopatia saturnina, che comporta convulsioni, ipertensione cerebrale, edema cerebrale e quindi morte.
Nell’intossicazione cronica abbiamo invece conseguenze plurime, tra cui si annoverano anemia, disturbi trofici gengivali, ipertensione, coliche saturnine, tremori, paralisi, disturbi visivi e uditivi, paresi del radiale, nefrosclerosi, disturbi neuropsichiatrici, vari sintomi metabolici, sistemici e gastrointestinali. Si registrano inoltre disturbi riproduttivi nell’uomo così come nella donna e un’incidenza elevata di mortalità neonatale.
Come eliminare i metalli pesanti dall’acqua
In Italia l’acqua potabile viene regolarmente controllata nei parametri stabiliti dalla Direttiva Europea 98/83/CE, ma dotarsi di un sistema di ultrafiltrazione è una garanzia per prevenire l’ingestione di metalli pesanti (e non solo) con la propria fornitura di acqua domestica. L’ultrafiltrazione può davvero rivoluzionare il modo di pensare l’acqua in cucina, specie se combinata con un miscelatore di ultima generazione.
Inoltre, i vantaggi dell’ultrafiltrazione possono essere portati con successo anche nel mondo dell’horeca, per il quale abbiamo pensato a un rivoluzionario sistema di imbottigliamento.
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