21 Lug Acque dure, cosa significa e quando intervenire con trattamenti
Il termine acque dure viene comunemente utilizzato per indicare flussi di acqua con particolari concentrazioni di sali di calcio e magnesio, le quali vengono per l’appunto indicate con il parametro della durezza, che viene misurato in gradi francesi (° F). Molto spesso si nota della confusione sulla gravosità del fenomeno e sulle modalità con le quali è necessario procedere, e oggi ci occuperemo dunque di fornire una piccola guida alla portata di tutti per meglio comprendere il problema delle acque ricche di calcare.
💦 Vedi anche: Come difendersi dalla legionella: conoscenza e prevenzione
Acque dure e salute: conosciamo meglio il calcare
Il calcare è una roccia sedimentaria composta per la maggior parte dalla calcite, minerale costituito da carbonato di calcio. La sua presenza nell’acqua, seppur con differenti percentuali, è pressoché una costante in natura così come inevitabilmente nelle acque fornite dalle reti idriche urbane e industriali. E parlando di livelli di riferimento, indichiamo come acque dolci quelle aventi valori fino a 7-8° F, acque mediamente dure quelle fino a 30° F, e acque di elevata durezza quelle di valore superiore a questa cifra. La domanda più frequente con presenza di calcare è sempre sui possibili danni per la salute, ma in questo caso la scienza è pienamente concorde nel definirne non pericoloso il consumo, il quale non comporta un incremento dei rischi della formazione di calcoli renali; sono anzi sempre presi in maggiore considerazione i benefici dell’acqua di rubinetto per le malattie cardiovascolari: un motivo in più per considerare di rinunciare definitivamente all’acqua in bottiglia.
Mentre per quanto riguarda l’utilizzo per l’igiene personale, bisogna invece riportare come l’acqua calcarea danneggi pelle e capelli, ostruendo i pori e contribuendo a un precoce invecchiamento dei tessuti.
Inoltre, i depositi di calcare sembrano avere una stretta correlazione con la formazione della legionella: scoprite di più.
Acque dure: danni a tubature ed elettrodomestici
Il motivo principale per il quale si usa trattare le acque dure è da trovarsi nei danni inferti agli oggetti. Non è il solo deposito individuabile a occhio nudo su rubinetti, lavandini e piastrelle a determinare preoccupazione, ma bensì quelli che si registrano nelle tubature: nel tempo infatti, a seguito di un perpetrato deposito di calcare, la sezione dei tubi è destinata a ridursi in maniera progressiva, potenzialmente fino alla completa otturazione della rete idrica. E questo ha conseguenze anche su elettrodomestici quali lavatrici ed asciugatrici, le quali si danneggeranno e incrementeranno il loro consumo energetico. Inoltre il lavaggio con acqua calcare porta all’invecchiamento e allo sbiadimento dei vostri capi d’abbigliamento.
Trattamenti per acque dure
I trattamenti per le acque con medi o elevati valori di durezza sono conosciuti come addolcitori. Questi sistemi funzionano con quella che viene definita depurazione a scambio ionico, ovvero un processo in grado di rimuovere gli ioni di calcio e magnesio dall’acqua attraverso il contatto con grani di resina, rilasciando al contempo ioni di sodio e abbassando i livelli di durezza dell’acqua. Gli addolcitori più performanti e moderni funzionano senza corrente elettrica, risciacquano con acqua addolcita, e rigenerano controcorrente, solo quando necessario e senza andare mai offline.
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