13 Gen Cos’è il residuo fisso e come controllarlo nella vostra acqua di rete
Il residuo fisso (total dissolved solids, in inglese) è uno dei valori che vengono presi maggiormente in considerazione per la valutazione della potabilità dell’acqua. Esso indica il quantitativo (in milligrammi) di sali disciolti in un litro di acqua, il quale viene pesato dopo evaporazione ed essiccamento alla temperatura di 180°C (valore necessario per l’eliminazione dei sali di ammonio); e dalla sua quantità si classificano le acque minerali con le seguenti nomenclature:
- acque meteoriche/acque minimamente mineralizzate: 10 – 80 mg/L
- acque oligominerali: 80 – 200 mg/L
- acque mediominerali: 200 – 1.000 mg/L
- acque minerali: > 1.000 mg/L
- acque salate: > 30.000 mg/L.
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Residuo fisso e impatto sulla salute
Il residuo fisso di sali disciolti in acqua è sovente al centro di studi scientifici per determinare l’effettivo impatto sulla salute. Questo valore viene tipicamente tirato in ballo quando si parla di calcolosi renale, ma se decenni orsono l’associazione tra residuo fisso e nefrologie veniva confermata da più fronti, attualmente il mondo della medicina è pressoché concorde nello smentire la correlazione tra questi due elementi, sottolineando come sia sempre invece preferibile concentrarsi su una regolare idratazione. Non si hanno, analogamente, consistenti prove scientifiche della correlazione con problematiche dei neonati o di ritenzione idrica.
Tuttavia, chi soffre di patologie specifiche può voler comunque decidere di prevenire l’assunzione di elevati quantitativi di sali minerali, senza per questo dover rinunciare a rifornirsi dal proprio rubinetto, per il quale il valore massimo previsto è comunque di 1500 mg/L.
Residuo fisso e correlazione con allevamenti animali
Alcuni risultati più interessanti si registrano invece per quanto riguarda l’acquacoltura e la coltura idroponica, dove i valori di sali residui vengono monitorati in quanto dannosi per alcune specie destinate al consumo alimentare, che trattengono un eccesso di residuo fisso nei propri tessuti.
Controllare il residuo fisso con i sistemi di osmosi inversa
Tenere sotto controllo i valori di residuo fisso e di altre più pericolose impurità della propria acqua di rete è possibile, grazie all’adozione di un sistema di osmosi inversa. Con questa tecnica l’acqua viene filtrata grazie a una membrana semipermeabile, che per effetto della forte pressione applicata (superiore a quella osmotica) trattiene una parte del soluto e restituisce un’acqua dalla purezza superiore, privata dei sali disciolti.
Enki Water srl, distributore del brand Kinetico in Italia, si occupa anche dei sistemi di osmosi inversa. K5, ad esempio, è uno dei prodotti più consigliati per il controllo del contenuto dei sali disciolti in acqua, in quanto tra le sue caratteristiche offre la possibilità di aggiungere all’acqua sali minerali specifici tramite un sistema a cartucce, ovviando così ai dubbi che il pubblico comunemente nutre verso l’osmosi inversa.
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